martedì 3 maggio 2011

quei giorni perduti a rincorrere il Vento

Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento

un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai

e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore

fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai

venuto dal sole o da spiagge gelate
perduto in novembre o col vento d'estate

io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai

Fabrizio De Andre'

Si nota facilmente che la prima canzone del primo album e l’ultima traccia dell’ultimo, sono due preghiere. Può sembrare una coincidenza incredibile, ma è certo che la sua produzione inizia con “Preghiera in Gennaio” (Volume I, anno 1966) e si chiude esattamente trent’anni dopo con “Smisurata Preghiera” (Anime Salve, anno 1996). La prima dedicata al suo amico e conterraneo Luigi Tenco; l’altra testamento di chi viaggia in direzione ostinata e contraria. Compreso lui.

Non è questa la sede per scoprire il perché i testi di Fabrizio De André possono essere considerati Poesia. Perché è finito nelle antologie scolastiche, perché usa una elevata quantità di figure retoriche, perché suscita sentimenti e perché non svela subito e non tutto il mistero che c’è dietro le sue parole. Non ci spiega e non ci dà semplicemente un sentimento, ce lo porge ma ce lo lascia scoprire con maestria, ci invita a riflettere...

Esempio sonoro:

 

Nessun commento: