mercoledì 18 maggio 2011

Scacchi

I giocatori, nel grave cantone,
guidano i lenti pezzi. La scacchiera
fino al mattino li incatena all'arduo
riquadro dove s'odian due colori.

Raggiano in esso magici rigori
le forme: torre omerica, leggero
cavallo, armata regina, re estremo,
alfiere obliquo, aggressive pedine.

I giocatori si separeranno,
li ridurrà in polvere il tempo, e il rito
antico troverà nuovi fedeli.

Accesa nell'oriente, questa guerra
ha oggi il mondo per anfiteatro.
Come l'altro, è infinito questo gioco.


Lieve re, sbieco alfiere, irriducibile
donna, pedina astuta, torre eretta,
sparsi sul nero e il bianco del cammino
cercano e danno la battaglia armata.

Non sanno che è la mano destinata
del giocatore a condurre la sorte,
non sanno che un rigore adamantino
governa il loro arbitrio di prigioni.

Ma anche il giocatore è prigioniero
(Omar afferma) di un'altra scacchiera
di nere notti e di bianche giornate.

Dio muove il giocatore, questi il pezzo.
Quale dio dietro Dio la trama ordisce
di tempo e polvere, sogno e agonia?
(Jorge Luis Borges)

martedì 3 maggio 2011

quei giorni perduti a rincorrere il Vento

Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento

un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai

e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d'amore

fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai

venuto dal sole o da spiagge gelate
perduto in novembre o col vento d'estate

io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai
io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai
amore che vieni, amore che vai

Fabrizio De Andre'

Si nota facilmente che la prima canzone del primo album e l’ultima traccia dell’ultimo, sono due preghiere. Può sembrare una coincidenza incredibile, ma è certo che la sua produzione inizia con “Preghiera in Gennaio” (Volume I, anno 1966) e si chiude esattamente trent’anni dopo con “Smisurata Preghiera” (Anime Salve, anno 1996). La prima dedicata al suo amico e conterraneo Luigi Tenco; l’altra testamento di chi viaggia in direzione ostinata e contraria. Compreso lui.

Non è questa la sede per scoprire il perché i testi di Fabrizio De André possono essere considerati Poesia. Perché è finito nelle antologie scolastiche, perché usa una elevata quantità di figure retoriche, perché suscita sentimenti e perché non svela subito e non tutto il mistero che c’è dietro le sue parole. Non ci spiega e non ci dà semplicemente un sentimento, ce lo porge ma ce lo lascia scoprire con maestria, ci invita a riflettere...

Esempio sonoro: